Seguimi sui #social
transazione energetica ermete realacci

Ermete Realacci: “Affrontare la sfida energetica producendo nuova bellezza”

Il nuovo anno comincia segnato dall’impennata dei prezzi dell’energia, rincari sulle bollette che stanno mettendo a dura prova famiglie e imprese. Una questione che riapre il dibattito sulla transizione energetica basata sulle energie rinnovabili, che vede l’Italia ancora indietro rispetto agli obiettivi posti dall’Unione Europea. Sul tema l’ambientalista e fondatore di Legambiente, Ermete Realacci, presidente fondazione Symbola.

Transizione energetica verso un sistema basato sulle energie rinnovabili. Siamo davvero così indietro?

Sicuramente siamo in movimento ma nettamente in ritardo rispetto agli obiettivi posti dall’Unione Europea. Secondo la tabella di marcia prevista dovremmo installare circa 8000 megawatt all’anno fino al 2030 per raggiungere gli obiettivi fissati: siamo sotto i 1000. Non è lecito essere ottimisti perché è evidente che procediamo con lentezza nell’attuazione di una transizione energetica degna di questo nome.

Perché non riusciamo a tenere il passo?

In primo luogo perché l’Italia è appesantita da una lungaggine burocratica insopportabile. Basti pensare che per avere l’autorizzazione per un impianto eolico ci vogliono almeno cinque anni.

Quali conseguenze determina questo ritardo?

Gli obiettivi stabiliti dall’Unione Europea sono legati anche allo stanziamento di ingenti risorse nell’ambito del Next Generation e dal PNRR. Sono state indicate tre direzioni: coesione, transizione verde e digitale. Se l’Italia non le rispetta nei tempi previsti rischiamo di perdere queste preziose risorse che invece rappresentano un’opportunità per la nostra economia e per l’ambiente.

Quali sarebbero i vantaggi per la nostra economia?

Le fonti rinnovabili sono un antidoto contro le crisi economiche e le speculazioni. Sono più convenienti economicamente. Richiedono un investimento iniziale forte ma la materia prima utilizzata è a costo zero. Non è possibile aumentare il costo del vento come invece è accaduto di recente con il metano. E le conseguenze di questo aumento stanno pesando sui portafogli delle famiglie e delle imprese con ricadute sulla nostra economia già provata dall’emergenza sanitaria. Se oggi avessimo avuto almeno una parte dei megawatt derivanti da fonti rinnovabili previsti per il 2030, le bollette sarebbero state molto più basse. Saremmo stati al riparo da questo nuovo shock economico. Puntare al risparmio energetico e alle fonti rinnovabili può tutelare la nostra economia ma anche renderci più competitivi e persino incrementare i posti di lavoro.

Questo è uno spunto interessante: quale nesso tra il passaggio alle rinnovabili e l’incremento occupazionale?

In questo momento in Italia c’è un forte rilancio dell’edilizia, nel settore si stimano 200mila nuovi posti di lavoro dopo anni di forte recessione. È una nuova edilizia fondata sulla riqualificazione, sul risparmio energetico e sulle fonti rinnovabili, favorita da misure come l’ecobonus e il sismabonus: andare in questa direzione significa produrre lavoro ma anche risparmio in termini economici per le famiglie. Un risparmio che si ottiene anche perché finalmente si progettano case efficienti dal punto di vista energetico.

Non meno importanti poi i vantaggi per l’ambiente…

Indubbiamente. Con le rinnovabili si può finalmente cambiare passo, puntando alla salvaguardia dell’ambiente e di conseguenza anche a quella della salute. Si può puntare un’economia al riparo da speculazioni, più pulita. La vera sfida oggi è riuscire a conciliare le ragioni dell’ambiente con quelle dell’economia.

E tra le ragioni dell’ambiente non c’è anche la tutela del paesaggio che invece secondo alcune correnti di pensiero rischia di essere deturpato dalla proliferazione selvaggia di alcuni impianti alimentati ad energia rinnovabile, uno per tutti, le pale eoliche?

Come ha ricordato anche il presidente Mattarella nel suo discorso di insediamento, l’Italia è considerata nel mondo un punto di riferimento per quanto riguarda la qualità della vita e la bellezza. Ma la bellezza del nostro paese è tale anche se abbiamo modificato il paesaggio. Pensiamo a Castel del Monte che ha cambiato lo skyline delle colline pugliesi oppure a Venezia. Anche i nuovi interventi legati alle politiche ambientali devono essere all’altezza della nostra storia e possono aggiungere nuove suggestioni al paesaggio. Pesiamo al campo eolico marino di Taranto. Qual è il vero problema paesaggistico di Taranto, le pale eoliche offshore che a stento si vedono oppure lo scenario dell’Ilva? Bisogna affrontare questa sfida adesso mettendo in campo la nostra capacità di produrre nuova bellezza. Bisogna chiedersi anche qual è il futuro che vogliamo? Quello a cui stiamo assistendo come le Olimpiadi Invernali di Pechino dove il 100% della neve è artificiale e si sta consumando energia e centinaia di migliaia metri cubi di acqua? Io penso di no.

Cosa fare dunque?

Le fonti rinnovabili, l’efficienza energetica e l’innovazione possono aiutarci a costruire un’economia e una società a misura d’uomo, più forti e capaci di affrontare il futuro.

 

 

 

Lascia un commento

This site uses User Verification plugin to reduce spam. See how your comment data is processed.

Shopping cart

0

No products in the cart.

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. Maggiori informazioni.

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo. Per maggiori informazioni sull'utilizzo dei cookie puoi consultare la pagina Cookie Policy di questo sito. Se invece desideri approfondire le modalità sul trattamento dei tuoi dati personali puoi consultare la pagina Privacy Policy di questo sito.

Chiudi