La prima volta che lo incontro in città è al bancone di un noto locale notturno: il suo aspetto mi ricorda vagamente quello di un borghese distinto e la sua dizione cortese lo distingue nettamente dagli altri foggiani presenti quel venerdì notte. Fabrizio Vernice è tornato nella sua città natale per curare una serie di progetti locali ma sa che non ci resterà per molto: il suo lavoro di attore e scrittore lo porta a dover continuamente tornare nella Capitale. Classe 1981, Fabrizio cresce “per imitazione: sperimentavo quello che offriva il mio entourage familiare come la musica, la pittura, la scrittura e il cinema. Senza sapere che questi stimoli avrebbero influenzato un domani le mie scelte personali”. Frequenta il liceo classico di Foggia “volevo una base culturale improntata più sulle lettere che sui numeri” e a 18 anni lascia la città alla volta di Bologna dove si iscrive alla facoltà di giurisprudenza, sognando di diventare un avvocato. “Crescere per me significava lasciare la famiglia e fare delle esperienze che mi aiutassero magari a capire anche il valore del lavoro: ho cominciato a fare l’attore per pagarmi gli studi senza che ne avessi bisogno”. Ma il teatro si rivela un’esperienza non solo lavorativa ma determinante in quanto “mi resi conto che il percorso artistico era quello più adatto a me”. Fabrizio è uno a cui piace lasciarsi sorprendere dalla vita: molte delle sue scelte non erano state programmate ma sono scaturite da un evolversi di situazioni come la possibilità di frequentare la Scuola Nazionale di Cinema di Roma: “Solo 8 persone avevano la possibilità di accedere alla scuola. Sono arrivato 9°e i professori mi hanno proposto di frequentare la scuola come esterno. Ho accettato scegliendo la via più difficile che mi ha portato tuttavia grandi risultati”. Il 2003 è stato l’anno degli inizi: Fabrizio colleziona varie esperienze in televisione con ruoli all’interno di video- clip e spot promozionali, approda al cinema come protagonista di un mediometraggio e continua a recitare anche in teatro supportando tutto questo con studio, preparazione e dedizione. Il 2008 è invece l’anno dei lavori più importanti: viene scelto come “guest” (personaggio il cui sviluppo viene deciso di volta in volta dalla produzione e dagli autori) nella soap “ Un posto al Sole”, al cinema come uno dei personaggi del film “Albakiara” di Salvati e come attore e cantante per il Musical “Maria di Nazareth” di Liotta ancora oggi in tour per l’Italia. L’esperienza accumulata e le numerose letture lo fanno avvicinare anche al mondo della sceneggiatura e della regia: inizia ad adattare al teatro i libri che legge, a scrivere autonomamente i copioni, le sceneggiature da poter girare fino ad arrivare alla stesura di veri e propri format tv. Attualmente Fabrizio è molto impegnato: si sta occupando della produzione di un documentario da proporre all’estero curando e traducendo in spagnolo (lingua appresa durante i suoi studi e in Erasmus) i testi del progetto, di uno spettacolo da inscenare a Roma e in tutto questo ha trovato anche il tempo di scrivere il suo primo romanzo e di essere autore e speaker di un programma radiofonico senza abbondare mai il palcoscenico. Ad un eventuale concittadino che volesse intraprendere la sua stessa strada dice “Lascia perdere! E se lascia perdere vuol dire che non è quello che vuole davvero. Recitare mi fa provare emozioni e paura: quando preparo un personaggio esterno qualcosa che è nascosto dentro di me, non esiste una definizione per spiegare il lavoro interno di un attore.” Dopo essersi calato in molteplici ruoli (l’ultimo a teatro “L’uomo dal fiore in bocca” di Luigi Pirandello regia di Nino Spirlì) e avere un consistente background personale, alla domanda chi è oggi Fabrizio Vernice lui risponde: “E’ difficile dare una risposta. Sono tutti i miei personaggi, sono tutti i miei racconti, sono tutti i libri che ho letto.” Ma Fabrizio non è solo questo: è anche un bel ragazzo a cui piace giocare con la moda “solitamente ho uno stile classico contaminato da elementi punk ma mi adeguo alle situazioni” e con gli accessori: “quando scrivo uso gli occhiali: li ho scelti con una forma tale da far si che la gente si accorga che li porto” e che, quando ha un po’ di tempo libero divora Fox Crime. E infine confessa: “i momenti che preferisco della mia giornata sono quando entro in acqua (pratica nuoto ndr) e prima di addormentarmi: sono sempre dei mondi diversi da quello reale”. Tipico di un attore.
