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Incubi, amici del cervello

Canada  – Secondo un recente sondaggio condotto da un noto portale dedicato al mondo della scuola, su 1800 intervistati il 30% ha ammesso di avere ancora incubi sulla prova di maturità, persino a distanza di anni. Secondo una ricerca condotta dall’ Università di Montreal fare brutti sogni è il modo che il cervello adotta per gestire le nostre ansie e paure. La ricerca ha evidenziato, grazie ad una risonanza magnetica, che questo processo avviene in tre fasi; i ricordi percepiti come inquietanti vengono scomposti in singole immagini. In seguito, il cervello procede ad abbinare questi singoli frammenti con altre immagini scollegate dalla precedente esperienza. La fase conclusiva del rimescolamento è quella più importante: il brutto sogno presenta una sequenza camuffata di pensieri o immagini che, durante il giorno, hanno provocato turbamento nel soggetto che li ha percepiti. Per i due terzi infatti, l’attività onirica, presenta tristezza o ansia: con un brutto sogno il cervello fa pulizia di queste emozioni negative. Il sistema però può anche andare in tilt: la sequenza si presenta troppo vicina alla realtà, provocando un brusco risveglio e l’angosciante sensazione di aver vissuto un incubo. Infine, la ricerca ha messo in luce che uomini e donne sono diversi anche negli incubi: i brutti sogni femminili riguardano contrasti nei rapporti interpersonali mentre il sonno maschile viene turbato da catastrofi naturali e simili.

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