È il mago dei record. In 2,16 secondi riesce a liberarsi di un paio di manette, in 10 secondi di una camicia di forza con annesse catene. Non ce n’è per nessuno, Houdini compreso. Gli americani nel 2009 hanno ceduto il primato che spetta al dott. Danilo Audiello in arte Alexis Arts. A 24 anni ha già un curriculum da 110 e lode. Magia. Conosce le arti marziali, il trasformismo, le ombre cinesi, la danza ed il teatro ed ha inventato una formula che miscela sapientemente le arti e l’illusionismo. E’ il più veloce escapologo del mondo (che dall’inglese ‘to escape’ significa evadere, e fa riferimento alla capacità di liberarsi da catene ed altri impedimenti) certificato davanti allo sguardo vigile del giudice Lucia Sinigagliesi, giudice del Guinness World Records Management Team nella “Notte di Houdini”, celebrata lo scorso 29 maggio, al Teatro del Fuoco.
Dopo aver finito il lavoro per questi due Musical, sei la prima persona a cui rilascio l’intervista in esclusiva su entrambi.
In quest’ultimo anno hai firmato la direzione creativa degli effetti speciali e delle illusioni per due importanti spettacoli, descrivi quanto ti ha visto impegnato.
Da gennaio fino al debutto avvenuto in versilia il 7 ed 8 agosto sono stato impegnato con i Pooh, nell’allestimento dello spettacolo Aladin. Ho ricevuto la prima bozza del copione da Stefano d’orazio già a Febbraio e da quel momento c’è stato un lavoro intenso per cercare di individuare come rendere artisticamente spettacolare questo musical, che succede a quello di pinocchio. In principio una volta deciso cosa realizzare ho fatto diverse riunioni in giro per l’italia preparatorie all’allestimento che è avvenuto poi Roma a giugno e luglio presso gli studios di musica incontro.
Ho vissuto intere giornate insieme a Manuel Frattini e Stefano d’orazio per impostare nel migliore dei modi questo spettacolo. Inserendo elementi magici come il tappeto volante o altri ancora per il genio della lampada, interpretato da Roberto Ciufoli della premiata ditta. Persona divertentissima con cui ho stretto un forte legame d’amicizia. O ancora coreografie molto particolari di Tip Tap, in circostanze singolari… Il sold out che sta registrando è indice poi della buona riuscita del prodotto.
Subito dopo aver lavorato su Aladin è stata la volta del musical Ben 10, della Cartoon Networks di Londra un musical dalle proporzioni gigantesche con un investimento di 4 milioni di euro. L’allestimento è avvenuto al MAS di Milano, e successivamente al Palasharp fino ad ottobre. Poi c’è stato il debutto a Lisbona. Credo che sia stata proprio la buona riuscita dei miei precedenti lavori ad aver fatto decidere la Cartoon Networks ad affidare a me la direzione creativa di uno spettacolo che girerà tutto il mondo.
Su Ben 10 ho potuto divertirmi molto perché per la prima volta ho dovuto trasformare uno cartone animato, in uno spettacolo. Lo spettacolo è adatto comunque ad un pubblico di ogni età, proprio perché costruito per rispettare il target del Family Show.
Sul profilo www.facebook.com/AlexisArts per entrambi gli spettacoli ci sono tante foto degli allestimenti, insieme al cast artistico e tecnico.
Quali sono le tappe geografiche che questi spettacoli toccheranno?
Per quanto riguarda il musical Ben10 live. Il debutto della tournée internazionale è avvenuto a Lisbona in Portogallo, ora è in Tour in Italia e proseguirà fino al 2012 in Spagna, Francia, Germania, Polonia, Turchia, Grecia, Inghilterra, Danimarca, Norvegia, Svezia, Russia, Repubblica Ceca, Ungheria, Bulgaria e Romania.
Per quanto riguarda Aladin. Avrà una circuitazione nazionale. Dopo il debutto milanese si muoverà quest’anno alla volta dei più importanti teatri italiani, toccando oltre 30 città, prima tappa il Politeama Genovese, poi Teramo, Cagliari, Brescia, Seregno, Reggio Emilia, Fabriano, Imola, Gorizia, Fermo, Bologna, Livorno, Alessandria, Assisi, Firenze, Ascoli Piceno, Bari, Taranto, Catania, Palermo, Napoli, Torino, Varese, Aosta, Trieste e Trento. Tocando Roma nel 2011, e verrà replicato per due stagioni, fino al 2012.
Cosa pensi di Foggia? Vorresti lasciarla?
Amo la mia terra. In quest’ultimi mesi trascorsi a Milano, mi mancava il suo clima, il colore del cielo, ed il calore della gente, senza troppi costrutti. Questo territorio di Puglia mi ha permesso di sviluppare in uno stato embrionale ciò che sono io oggi, forse proprio perché dovevo inventarmi qualcosa. E’ una città che ha delle potenzialità haimè ancora inespresse. Vedo che qualcosa sta iniziando a muoversi e credo comunque che ci sia un risveglio delle coscienze che sta iniziando a farla crescere.
Cosa sognavi di fare da grande quando eri bambino?
Ha sempre convissuto in me una componente razionale ed una artistica, la prima ha sempre voluto interessarsi di cose socio-economiche, la seconda ha sempre voluto creare e spaziare nella fantasia. Sin da piccolo ho quindi sempre avuto le idee ben chiare, ed ho iniziato a disegnare da subito quello che ora è il mio presente.
Perchè hai scelto la facoltà di economia?
Ho sempre avuto una componente razionale, che serve a riequilibrare e a distaccarmi dalle varie fasi creative. Mi hanno sempre divertito gli studi macroeconomici, ed è stata questa la ragione che mi ha portato a decidere per questa facoltà. Poi dopo i casi Parmalat di questi tempi la distanza che sussiste tra economia e magia non è più tantissima (ride, ndr).
Cos’è l’arte per te e cosa provi quando fai un tuo spettacolo?
Ogni aspetto della vita può essere arte, basta viverlo nel modo giusto. L’arte è di per sé un modo di vedere il mondo; una percezione che deve essere comunicata; un sentimento che deve essere profuso. Con i miei spettacoli mi pongo la sfida di tentare nuovi percorsi. Il tentativo è quello di far sognare, riuscendo a far credere che l’impossibile sia in realtà possibile, avvicinando il nostro pensiero a dimensioni sconosciute che alimentano la fantasia di ogni uomo che vorrebbe poter controllare le leggi dello spazio e del tempo per concretizzare il sogno ancestrale di tornare bambini, attraverso il tentativo di portarci in un mondo dove finisce la realtà ed incomincia un magico sogno.
Per lavorare in questo ambito occorre studiare, occorre un certo tipo di preparazione?
Qualunque risultato di buon livello richiede anni di studio e preparazione. Una rappresentazione artistica può durare da alcuni minuti o al massimo un paio di ore. Ma dietro questo lasso temporale ci sono mesi, se non anni di studio e meticolosa preparazione. Ancor di più quando si è fantasisti. Dove bisogna ripartire il tempo nell’allenarsi in tutte le discipline ciascuna delle quali ha bisogno di tempo specifico ad essa dedicato.
Il tuo libro preferito?
Ne ho due. In primis “il piccolo principe” di Antoine de Saint-Exupéry. Poiché è un concentrato di pillole di saggezza che può risvegliare ad ogni età il fanciullino pascoliano che è in noi; “Non si vede bene che con il cuore. L’ essenziale è invisibile agli occhi”.
E poi quale miglior libro di quello che deve ancor essere scritto.
Hai deciso comunque di laurearti in economia, perchè? Chi è davvero Danilo Audiello e come trascorre il suo tempo libero?
E’ una persona che oltre ad una componente Artistica, che occupa il suo lato creativo, ha anche bisogno dei suoi momenti di razionalità. E’ per questo che ho deciso di incrociare la mia formazione con degli studi economici.
Credo fermamente nel valore dell’amicizia quella vera, quella cementata dall’onestà dalla lealtà e dalla stima reciproca. La mia vita è anche corredata dal sociale, ma riesco ad incastrare e trovare il tempo per cene con amici, teatro, qualche concerto, letture di vario tipo, prove, spettacoli; l’unica pecca è quella di non riuscire a poter far durare l’arco della giornata più delle sole 24 ore. Il tempo è il mio peggior nemico.
Artisti si nasce o si diventa?
Ho sempre affermato che illusionisti, danzatori, musicisti, pittori, scultori e attori si diventa. Artisti si nasce preservando la nostra visione del mondo infantile. Come sosteneva il Vasari le dinamiche del gioco, anche se ciò può sembrare paradossale, sono alla base, di qualsiasi opera d’arte.
Quanto conta il tuo aspetto fisico nel tuo lavoro?
Non credo sia determinante. Quando si riesce ad essere davvero artisti, quando si riesce a creare un’emozione, la forma fisica non conta più, anzi è addirittura qualcosa che ti intrappola. La capacità di un’artista sta nel riuscire a far vedere al di là di ciò che è fisico, creando quindi una finestra verso il metafisico.
Rifaresti tutto quello che hai fatto?
Sicuramente si.
Com’è il tuo look? Hai uno stilista preferito, un tessuto, uno stile…?
Ho due distinti guardaroba: Quello delle giacche e delle cravatte. Quello dei costumi scenici.
C’è da dire che molto spesso il primo viene contaminato dal secondo.
Molti abiti Sartoria Shangrillà, ed anche Gigi d’alessio si è fatto fare degli abiti su mio consiglio da loro.
Usi degli accessori particolari?
No, dipende dal momento. Spesso però porto con me un braccialetto regalatomi dagli zero assoluto che ricorda vagamente una manetta.
Hai una paura? Se si, quale?
Si, quella di perdere la mia creatività. E la voglia di fare. Sarebbe un po’ come se morisse una metà di me.
Quanto ha contato il rapporto uomo donna nella tua vita privata e professionale?
No comment.
Hai un aforisma preferito?
Tutto è possibile.
Che genere musicale ascolti?
Nella quotidianità di tutto. Generalmente mi sintonizzo su Radio 101, da quando ci ho lavorato. Sono comunque costantemente attratto dalla musica che riesce a darmi un’emozione. Haimè negli ultimi anni devo dire che non c’è stata una produzione musicale eccezionale da questo punto di vista.
Colore preferito? Perchè?
Non ho un colore preferito, mi piacciono tutti. Ho sempre avuto una grandissima difficoltà nel rispondere a questa domanda. Piuttosto mi riesce facile dirti l’opposto ossia i colori che non mi piacciono, verde scuro, grigio e marrone.
Momento preferito della giornata?
La notte: creativa, affascinante, misteriosa.
Un posto che ti piacerebbe visitare?
L’India, infatti a gennaio sarò in india per un importante progetto sociale che sto sviluppando lì, per restituire il diritto al sorriso. Visiterò diversi orfanotrofi insieme ad un gruppo di ragazzi che verranno con me della residenza torrescalla di Milano.
Un tuo desiderio?
Un mondo in cui si recuperi una dimensione meno alienata di quella in cui ci si trova ora. Un mondo in cui si abbia più tempo per poter apprezzare il sorriso di un bambino, e si possa tornare a giocare con gli aquiloni.
Il personaggio famoso di cui puoi rivelarci un aspetto caratteriale che non si nota attraverso i media.
Valeria Marini, anche se compulsivamente presa dall’impegno per il proprio aspetto, è una persona estremamente sensibile. Gli Zero assoluto, estremamente mondani. Mi ha colpito recentemente l’iper protettività di Anna Tatangelo, verso suo figlio. Gigi d’alessio, sempre attento a giudicare ciò che le persone indossano. L’iperattività di Stefano d’orazio, che nei mesi trascorsi per l’allestimento di Aladin vedevo lavorare incessantemente davanti ad un computer dalle 9 di mattina alle 11 di sera. Davvero uno stakanovista. Ma tutti in fondo sono persone normalissime, le icone di persone “famose” vengono attribuite da noi.
Un consiglio per vivere in modo più artistico?
“Variate sempre, non siate monotoni, percorrete nuove strade, cercate di trovare anche nelle cose più semplici uno spunto per non sfociare mai nella noia”.
Qual è il ‘trucco’ per battere un record?
“Bisogna innanzitutto avere un’idea. E poi bisogna cercare di batterla, comprendere quali sono le proprie possibilità e spingersi al limite. E questo richiede molti sacrifici, com’è giusto che sia. Un grande risultato non può prescindere da un grande lavoro, dalla massima concentrazione, e da una grande forza di volontà e caparbietà, che sono alla base di qualunque risultato di buon livello”.
Il tuo è uno spettacolo completo, hai deciso di non limitarti alla magia…
“Ho cercato di dimostrare che l’arte non è etichettabile esclusivamente in una categoria, ma si può passare dall’una all’altra senza che il pubblico se ne accorga. Riuscire a trasferire la danza nell’illusionismo, fondendola insieme, permette di non generare noia nello spettatore, ma generare stupore. Quando andavo a teatro mi capitava di assistere sempre a spettacoli monotematici, di sola danza, teatro, trasformismo, e dopo un po’ mi annoiavo. Allora mi sono chiesto: perché non fondere tutte le cose insieme?”.
Come nasce l’artista Alexis?
“Alexis nasce cercando di contaminarsi con qualunque forma d’arte venga a contatto. Qualunque cosa che lo circonda, se analizzata e posta nel giusto modo, può divenire artistica. Anche un semplice libro posto su di un leggio può creare minuti di stupore e magia, come accade nell’introduzione dello spettacolo, con a seguire tutta una serie di sequenze difficilissime da combinare insieme. L’allestimento di tutte le forme d’arte che sono connaturate nello spettacolo richiede esigenze tecniche specifiche differenti le une dalle altre”.
Prossimi imminenti progetti? Hai in mente altri records da battere?
Sono a lavoro su alcuni importanti progetti che preservo da quando sono un fanciullo. “Riproporrò sicuramente una nuove notte di Houdinì, con un nuovo spettacolo. Ho altri spettacoli in mente molto divertenti, ma non li svelo perché è bello mantenere un po’ di mistero sulle prossime sfide”.
Il tuo spettacolo ha superato i confini già prima che tu fossi nel Guinness dei primati.
“Con le camicie di forza, appendendomi a delle corde infuocate, sono arrivato anche a Las Vegas, per poter replicare questo numero. E di lì in avanti i miei numeri sono diventati sempre più professionali fino a diventare il più famoso escapologo del mondo ed essere chiamato su diversi format della guinness world records. Recentemente c’è stato un interessamento da parte delle televisioni Giapponesi per un particolare serial tv girato in europa.”
Cos’è la magia nella tua vita?
“La magia è in ogni cosa, essa è reale ma non è la realtà. Essa è il filo conduttore dei miei spettacoli, dove l’intento è di allietare attraverso il sorprendente, pertanto non credo nei poteri soprannaturali ma piuttosto in un patrimonio di abilità fuori dal comune e in fenomeni che, seppure apparentemente inspiegabili, abbiano comunque un fondamento scientifico.”
Il trucco per conquistare una donna.
“A dirti la verità non ho mai usato la magia a questo scopo!” (ride, ndr).
A questa stessa domanda rivoltati da Barbareschi in prima serata su la7 però hai dato saggio di saper dimostrare che questo è possibile?
Si, in effetti riconosco che creare circostanze impreviste attraverso il sorprendente e un’illusione può servire a catalizzare l’attenzione più che con qualunque altro approccio. Trasformare una semplice corda in un gioiello o, far apparire da un lampo un fiore, è sicuramente qualcosa che può aiutare a creare quel fascino in grado di far scattare quell’alchimia magica chiamata amore.