Griffati ma soprattutto costosi, sono i capi che molti genitori prediligono per i loro bambini, pretendendo che questi sacrifichino la loro naturale vivacità per non rovinare un vestito che in realtà, soddisfa il loro ego
Per (far) piacere a mamma e papà
Non ho una sorellina ma,sono la “cugina” maggiore di quattro splendide bambine con un età compresa tra i quattro e i dieci anni. Sono il loro punto di riferimento,sono quella da imitare. Quando mi vedono, dopo essermi saltate addosso (tutt’e quattro contemporaneamente) mi chiedono se il jeans che indosso è nuovo e dove l’ho comprato.
La più piccola si dedica alle scarpe,sgusciandomi tra i piedi, toccando ed osservando da vicino. Ahimè. Di fronte a questa scena rimembro nostalgicamente la mia infanzia completamente diversa. Alla loro età mi scatenavo come una furia sulla bicicletta,mi sbucciavo le ginocchia,indossavo tute o pantaloncini estremi e scucivo e rovinavo tutti i vestiti nella foga dei miei giochi. Poi la domenica,cercavo di assumere un aspetto più femminile per recarmi in chiesa,ma durava poco,che avessi pure la gonna e il golfino,dovevo correre,giocare e sudare ugualmente.
Non che le mie cugine non abbiano quell’irrefrenabile entusiasmo della fanciullezza ma guai a metterlo in pratica: potrebbero bucare tragicamente i loro collant di pizzo e questo scatenerebbe la furia indominabile della mia cara zia.
Oppure,come potrebbe la più piccola scatenarsi in una corsa, incurante delle pozzanghere con gli stivali di Alviero Martini ai piedi?
Non potrebbe affatto farlo,dato che il look delle mie care cugine di questa epoca richiama quello delle bambole di porcellana e,come tale, viene concepito per lasciarsi ammirare in tutta la loro bellezza e soprattutto per lasciare ammirare la ricercatezza dei loro abiti.
Se devo essere sincera, a chiunque verrebbe l’impulso irrefrenabile di lasciar andare fuori dal portafoglio banconote verdi pur di vedere addosso a sua figlia un pomposo vestitino di Utè,che spezza la sua semplicità grazie ad un dorato fiocco d’organza.
Ed è proprio questo impulso, presente non solo nelle mie zie ma anche in molti altri genitori,che spinge le grandi firme a creare abiti per bambini sempre più deliziosi e al passo con la moda. Se desiderate che vostra figlia sia la più ammirata al veglione di Capodanno, potete appagare questo desiderio facendole indossare l’abito blu di Monnalisa, con inserto in velluto e gonna ampia su cui campeggiano le più belle scene del famoso film della Walt Disney, “Cenerentola”.
Per essere una vera principessa, manca solo un romantico coprispalle in lana oppure, per essere davvero glamour, si può optare per un collo di pelliccia blu da annodare sul petto(tutto Monnalisa).
E se Cenerentola aveva di prezioso la scarpetta,la nostra moderna bambina può trattenere i suoi capelli con uno sfavillante frontino che riporta la firma Monnalisa in strass.
E i maschietti non hanno mica meno scelta. Sembrano fatti apposta per affrontare le imprese più ardue gli stivali di Belstaff, marroni e con fibbie laterali da abbinare al giubottino blu con cappuccio, la cui stessa firma esprime da sola una grintosa raffinatezza. Sportività ed eleganza,binomio adatto ad un maschietto alla moda, si fondono invece nel maglioncino di Bikkembergs che può essere strategicamente abbinato ad un candido pantalone Siviglia con rifiniture marroni ma disponibile anche nei colori più trendy come il viola e il blu.
Adatto alla dinamica quotidianità del vostro bambino è sicuramente il jeans sdrucito Dondup, che assicura resistenza e stile. E man mano che privilegiate lo stile, il vostro portafoglio si assottiglia,il vostro ego si gonfia, ed i vostri bambini, ignari delle grandi firme e del grande sfarzo che hanno la fortuna di portare,vengono privati dei loro gesti più spontanei,schiacciati dal peso del capitale che portano addosso.
