Creature chic che scartano il convenzionale, scegliendo un look nature e hippy con cui dedicarsi ai viaggi e alla libertà: sono i gipsy la generazione viveur più che mai di tendenza.
Dai Rom originari dell’India del Nord e poi, circa 1000 anni fa, emigrati nell’Europa dell’Est, ai poeti romantici inglesi, dai surrealisti in Messico fino ai gypset di oggi. E’ lunga e variegata la strada che ha attraversato questo stile ma, nonostante tutto, oggi torna prepotente più che mai conquistando non solo con i suoi abiti ma anche con l’idea che rappresenta. Gypset è una parola inglese con cui si indica un approccio alla vita che riecheggia uno stile selvaggio e libero, basato più sulla creatività che sul denaro. Echi di movimenti contro culturali, scatenatesi più di quarant’anni fa, come espressione di rifiuto al paradigma borghese allora dominante, vengono oggi rivisitati con occhio contemporaneo; gli stereotipi esistenti vengono sfidati, per dare vita a quelle che sono diventante nuove tradizioni. Ed è in questo momento storico in cui le certezze del vivere si sfumano negli eventi senza farci scorgere nuovi orizzonti, che valori nomadi come la libertà, la creatività, la flessibilità, l’allegria, il riutilizzo e il riciclo sono diventanti i nuovi modelli di riferimento. Ne è una prova la voglia di semplificare certi schemi troppo rigidi della vita moderna e di recuperare gli ideali della comunità, sia essa una tribù reale o, come più frequentemente accade, un social networking. Si riscopre una nuova centralità dell’umanità rispetto ai ruoli, dove la relazione e la condivisione diventano il fattore rigenerante per poter affrontare un futuro a volte troppo incerto. Uno stile di vita gipsy è fantasia pura, è la capacità che hanno avuto i popoli nomadi di fuggire dalla vita ordinaria: tutto questo si traduce in un’ondata di peace&love e colore che ravviva il grigiore di un mondo segnato da una crisi planetaria. Lo stilista John Galliano che ha adottato anche per sé stesso questo stile, non esita a inserire citazioni flamboyant nei suoi abiti variopinti senza distinzioni tra maschile e femminile. Versioni androgine che vogliono svolazzare su corpi non distinti dal sesso ma che condividono solo la stessa voglia di vivere in un mondo migliore. Adottare lo stile gipsy è come aprire il sogno della libertà nascosto in uno dei nostri cassetti: nelle collezioni periodiche delle griffe più note c’è sempre un omaggio hippy – chic grazie all’uso di tinte sature diluce, stampe floreali,tessuti ricamati e (a volte ritornano)gonne lunghe e punto vita in evidenza. Kristina T recupera citazioni etniche senza cadere nella banalizzazione del folk e rende la donna una zingara chic che sa mixare con noncuranza pezzi couture e stracci da mercatino e si lascia sedurre da accessori lontani dal convenzionale. La stilistaCristina Ferrari di Fisco invece tenta la strada del gipsy glam creando una linea di costumi da bagno arricchiti di ruches da abbinare con maxiborse e caftani da usare anche al tramonto. Abiti fazzoletto o camice analoghe per lui da completare con un borsalino,infradito ultrapiatte in cuoio, occhiali da sole estrosi e capelli pettinati solo dal vento. Si espleta così il vero look del gipsy da esibire preferibilmente ad Ibiza (nel suo periodo fuori stagione) o nelle rosse terre del Messico. Ma lo spirito nomade è esibibile anche in città:basta averlo dentro.