Italia – Dopo “L’appartamento spagnolo” di Cédric Klapisch incentrato sull’esperienza Erasmus, non poteva mancare la pellicola sugli studenti universitari italiani. A realizzarla ci ha pensato Federico Moccia, nome famoso tra gli adolescenti grazie al suo “Tre metri sopra il cielo”, libro che ha influenzato una generazione che ha scelto i lucchetti per dichiarare il proprio amore. Dopo vari libri dedicati allo stesso argomento e conseguenti film rivolti allo stesso pubblico, il figlio di Giuseppe Moccia ha deciso di fare un salto generazionale. Il 29 settembre 2013 infatti è uscita la commedia “Universitari – Molto più che amici” distribuita dalla Medusa Film. La pellicola fa il focus su una categoria particolare di studenti, quelli fuori sede, costretti a dividere l’appartamento con coinquilini appena conosciuti. All’inizio infatti, sono tre gli studenti che vivono a Villa Gioconda, ex clinica in disuso gestita da una proprietaria avida, che lucra sull’affitto di universitari spesso non benestanti. In un secondo momento, Simone, Faraz e Alessandro si ritrovano a dividere la villa con tre ragazze, le quali faranno sentire la loro presenza con notevoli cambiamenti sia nell’arredamento che nella condivisione degli spazi. Le scene che si alternano sono accompagnate da sottofondi musicali precisi e dalla voce narrante di Simone, studente di Cinematografia che sta raccogliendo materiale per la sua tesi di laurea incentrata proprio sull’università al giorno d’oggi. I sei ragazzi si ritrovano a vivere gioie e dolori dell’ultimo anno accademico che si intreccia con le loro vicende personali, un po’ stereotipate. Alessandro è obbligato a studiare Medicina e invece sogna una carriera da comico, Emma nasconde la sua vita notturna da ballerina di lapdance, Francesca ha una relazione con un assistente sposato e così via. Nonostante qualche cliché e battute in stile Moccia, il film è piacevole da guardare perché si concentra sui legami affettivi e sulle esperienze fatte durante questo percorso di studi che prepara alla vita adulta. I protagonisti diventano l’uno per l’altro una vera e propria famiglia e, nonostante il lieto fine, c’è un grande assente: lo studio, perché tutti sono sempre troppo presi dalle proprie vicende. Alcuni dialoghi strappano un sorriso e una risata ed è questo che alla fine porta il telespettatore a godersi un “the end” un po’ scontato in cui non manca la nascita di una coppia in perfetto stile Tre metri sopra il cielo.
