Datemi un sassofono e conquisterò il mondo. Prendiamo in prestito la celebre frase di Archimede per introdurre un talento made in Puglia: Vanessa Calderisi, giovane musicista originaria di Vieste che ha debuttato su Canale5 tra gli accompagnatori musicali del duo comico foggiano, Pio e Amedeo.
Unica donna sassofonista attiva sul territorio, arriva sul palco di Mediaset dopo una lunga gavetta fatta di studio e sacrifici. Una grande determinazione, un talento nato per caso grazie alle sigle dei cartoni animati, un amore smisurato per la musica. Vanessa si innamora del sax quando è ancora bambina: non si toglie dalla testa il desiderio di suonarlo fino a quando il padre non la iscrive nella banda del paese. Ottimi risultati che le consentono di accedere al conservatorio, percorso di studi che frequenta in parallelo con la scuola.
È una brillante studentessa del liceo scientifico quando consegue la maturità e anche la laurea in musica. È anche una giovane donna a cui non mancano grinta e tenacia. Quelle che le fanno trovare l’energia per conseguire una laurea in Ingegneria, iniziare una carriera da docente di musica senza mai abbondare il suo unico amore: la musica. Poche righe che condensano un percorso artistico e formativo da ammirare, una testa talentuosa racchiusa in un corpo da far girare la testa, una musicista che porta in alto il nostro territorio, una storia bella da raccontare e perché, no, da cui prendere ispirazione. Perché non è mai troppo tardi per credere nei propri sogni.
Vanessa, è proprio il caso di dire: galeotti furono i cartoni animati…
Esattamente! Forse molti di voi ricorderanno Lisa Simpson oppure la bella Sabrina del cartone “E’ quasi magia Johnny”. Entrambe suonavano il sassofono. Io mi sono immedesimata in loro scoprendo questa passione. Poi, da lì, è stato un crescendo.
Che cosa ti piace di questo strumento?
Praticamente tutto. Il sassofono ha un timbro particolare perché è un’unione di materiali come il legno e l’ottone, una natura ibrida che gli fa emettere un suono caldo e vellutato. Siamo lontani dallo squillo della tromba. Il sax è uno strumento che si presta a diversi stili musicali. Mi rende una musicista versatile, posso spaziare da un brano romantico ma anche cimentarmi in uno stile pop. Quando lo suono mi pare di sentire una voce umana femminile, mi sembra come se cantassi! Anche il lato estetico ha il suo perché: è uno strumento sinuoso, elegante, con un colore che varia a seconda delle sfumature, della luce e delle vibrazioni. Non si può non innamorarsene.
L’eleganza del sassofono unita al fascino femminile. Una combinazione vincente. A tal proposito, sei una delle poche sassofoniste attive sulla scena…
Effettivamente al momento sono l’unica donna sassofonista così attiva, almeno sul nostro territorio. Nel corso del tempo, attraverso le diverse collaborazioni, ho reso il mio nome riconoscibile, creando un “personaggio” per così dire legato al mondo della musica. Questo è indubbiamente un vantaggio rispetto ai colleghi uomini sassofonisti, ugualmente bravi e preparati. Bisogna anche considerare la particolarità dell’accoppiata donna sassofono visto che nasce come strumento maschile a fiato.
Hai dovuto infrangere qualche pregiudizio per affermarti in questo campo?
Ho dovuto mettere il doppio dell’impegno e della preparazione. È uno strumento “pesante” da suonare per la capacità di aria richiesta: per farla breve ci vuole il fisico di un uomo. Una donna, con una capacità diaframmatica inferiore e una struttura muscolare meno imponente per natura, deve sopperire con tanta preparazione e allenamento anche a livello di respirazione. È un po’ come per i calciatori: se non ti alleni non rendi!
Preparazione, studio ma anche bellezza: nel mondo della musica l’aspetto fisico può essere un ostacolo?
È triste da ammettere ma si, anche nel mondo della musica, certi pregiudizi sono duri a morire. Tutti i giorni percepisco di venire presa meno sul serio rispetto ai miei colleghi uomini. E la situazione non cambia tra Nord e Sud. Molti infatti pensano che io ricopra certi ruoli musicali solo per il mio lato estetico, svalutando invece il percorso che c’è alle spalle fatto di studio e sacrifici. Ma questo ovviamente non mi impedisce di andare avanti.
Tra l’altro c’è anche il pregiudizio stesso nei confronti della carriera nella musica, una professione immaginata dai più senza futuro. Insomma una lotta continua per realizzare il tuo sogno…
Esatto. All’inizio non è stato facile. Molti non ci hanno creduto. Ma dalla mia parte avevo la giovane età, la voglia di continuare a studiare. Ho giocato bene le mie carte creandomi delle strade alternative come l’ingegneria e l’insegnamento. Oggi però posso dire di aver fatto una scelta con il cuore e nel mio cuore c’è la musica. Ho seguito il consiglio di mio padre: fai quello che ti piace e riuscirà bene, mi dice. Sono quella che sono grazie a quelle pochissime ma essenziali persone che hanno creduto in questa mia passione. E i traguardi raggiunti sono stati la conferma di tutte le mie scelte.
Al tempo stesso non è facile mantenere un equilibrio tra ambizione e umiltà.
Per rimanere in equilibrio mi aggrappo ai valori che mi hanno trasmesso i miei genitori. La serietà e la discrezione che metto nel mio lavoro le devo a mia mamma, mi ha insegnato a puntare più sulla preparazione che a valorizzare il mio aspetto fisico per certi versi imponente. Mio padre mi ha spronato a seguire i miei sogni coltivando l’importanza dello studio e dei sacrifici. Oggi sono una donna e una professionista in cui convivono queste personalità grazie ai loro preziosi insegnamenti e alla loro educazione.
Sicuramente un debutto su Canale5 non è cosa da poco.
L’esperienza con Felicissima Sera è arrivata per caso, un successo inaspettato, un sogno vissuto ad occhi aperti. Pio e Amedeo mi hanno notata in passato durante le serate in cui mi esibisco abitualmente. Poi si è instaurata una collaborazione: sono già tre anni che affianco musicalmente il duo durante le tournèè teatrali in tutta Italia, su palchi come l’Arena di Verona. E’ stata un’esperienza impegnativa dal punto di vista artistico. EHo avuto una paura incredibile all’inizio, è stata la mia prima esperienza televisiva. Temevo il confronto, il pregiudizio, le differenze tra Nord e Sud. Invece è andata subito bene con tanti consensi soprattutto a livello artistico, una grande soddisfazione.
Quali i momenti più emozionanti di questa esperienza?
Sicuramente suonare con i grandi artisti che hanno calcato il palco di Felicissima Sera nel corso delle puntate. Penso a Claudio Baglioni, Achille Lauro ma soprattutto Eros Ramazzotti. Quasi stentavo a crederci di aver avuto l’onore di suonare con dei talenti musicali di questo calibro. Ho avuto l’occasione di parlare con loro e di confrontarmi. Delle emozioni che hanno sicuramente ripagato il mese intenso di prove e i tanti chilometri macinati per presenziare allo show.
Cosa ha significato dal punto di vista artistico invece?
Dopo tanti concerti è stata la prima volta in cui ho suonato come accompagnamento a due comici in televisione. La difficoltà è stata quella di entrare in sintonia con i loro tempi e con quelli televisivi. Ci sono volute freddezza, lucidità ma anche prontezza. Molto importante “saper entrare” con la musica nei tempi giusti, soprattutto per accompagnare i momenti improvvisati che, per chi conosce Pio e Amedeo, sa che di certo non mancano. Insomma una vera e propria sfida che mi ha dato tante conferme e sta portando tante occasioni. Ma al momento non posso svelare nulla!
C’è qualcosa che vorresti dire proprio a Pio e Amedeo?
Hanno tutta la mia riconoscenza e la mia stima per la gavetta ed il percorso fatto che li ha portati a realizzare il loro sogno.
Ma soprattutto apprezzo moltissimo la capacità valorizzare il lato umano in questo lavoro e di far trasparire l’amore per la propria terra. Proprio come me.
Adesso ti godi il meritato successo. Com’è cambiato il tuo rapporto con il pubblico?
Sicuramente il palco di Canale 5 è stata una grande opportunità. Fa sempre piacere ricevere tanti complimenti e tante attestazioni di stima. Anche i miei concittadini sono stati tutti molto contenti e sono venuti a congratularsi con me! Resto comunque una ragazza umile che vuole continuare a fare quello che sta facendo. Sicuramente questa estate mi potrete ascoltare in qualche live sul mare a Vieste!

Avrai sicuramente altri sogni musicali nel cassetto da realizzare. Vuoi svelarcene qualcuno?
Come insegnante mi piacerebbe insegnare al conservatorio. E nel frattempo mi piacerebbe coltivare un’attività concertistica che vada oltre gli scenari europei. Ma c’è ancora tanto da studiare! Un sogno sarebbe quello di poter interpretare gli assoli di Vasco Rossi prima che si ritiri dalle scene!
Non è detto che questo desiderio non si realizzi ma perché proprio lui?
Nei suoi tour degli anni Ottanta Vasco ha utilizzato spesso il sax. Pensiamo a brani come Toffee, Va bene così e tanti altri con splendidi assoli. Tra l’altro, anche io prediligo proprio i sassofoni che lui usa per i suoi concerti: anch’io giro sempre con sax soprano e sax contralto. Amando il genere ho praticamente imparato a memoria tutti i suoi brani che poi sono quelli che interpreto durante le serate. Ovviamente non c’è solo Vasco, tanti sono gli artisti che mi ispirano. Sicuramente molti della vecchia scuola su cui mi esercito per migliorare sempre di più. Come tutti i sassofonisti ho iniziato con Charlie Parker, poi sono passata al trombettista Chet Baker molto romantico, fino a John Coltrane che ha influito tanto sul mio stile e suono.
Come si passa dalla musica classica al pop?
Innanzitutto c’è la voglia di cimentarsi con i diversi generi musicali. Sicuramente la formazione iniziale è stata quella classica poi però mi sono appassionata al pop. Ed è stata questa la svolta, poter suonare il sax in giro per i locali sulle note degli artisti contemporanei che mi ha permesso anche di farmi conoscere. Adesso invece mi sto specializzando in jazz.
Vanessa, da ogni tua parola traspare un grande amore per la musica. Riesci a trasmettere lo stesso anche ai tuoi studenti?
Anche l’attività di docente di musica mi rende molto felice: posso trasmettere la passione per questo strumento ai miei studenti. Secondo me dovremmo tutti cominciare a studiare musica sin dall’infanzia. C’è ancora tanto da fare in questo senso perché c’è ancora chi reputa le arti in genere come aspetti di secondo piano. Sto per dire quella che sembra una frase fatta ma è davvero così: senza arte non si vive. Ne abbiamo avuto la prova tangibile durante la pandemia.
Ascoltare la musica fa bene ma anche studiarla e praticarla.
È proprio così. Studiare musica è come studiare una seconda lingua. Si allenano parti del cervello che non vengono coinvolte durante altre attività. È una materia interdisciplinare che coinvolge la memoria, la resistenza, le capacità interpretative, l’udito. La musica migliora la vita.
La musica ci fa viaggiare ma tu invece resti saldamente ancorata al tuo territorio. Anche questo ti fa onore.
È vero, amo la Puglia, amo la mia terra, i suoi colori, i suoi sapori, la sua gente. Non mancano le difficoltà per i giovani ma io non sono mai voluta andare via. Le mie radici restano anche se il lavoro mi ha portata e mi porterà a spostarmi ma il mio obiettivo è anche quello di poter mettere il mio talento a servizio del mio territorio.
A proposito dei tanti giovani alla ricerca della propria strada, magari a caccia di opportunità nella propria terra: che cosa diresti ad una ragazza che abbia voglia di intraprendere il tuo stesso percorso?
Le direi di farlo perché il sax unito alla sensibilità di una donna è un’accoppiata vincente. È bello proprio da vedere, secondo me. Ovviamente non devono mancare studio, impegno, determinazione. Oggi posso dare una testimonianza positiva: i sacrifici portano frutti anche se all’inizio il percorso sembra difficile, i mezzi scarseggiano e si proviene da una famiglia comune. La determinazione può portare molto lontano. In tutti gli ambiti.
Ascolta qui Vanessa Calederisi!
Buon giorno Vanessa, complimenti vivissimi, sei, per tutti i viestani, e non solo, un orgoglio straordinario. Bravissima !