Dopo secoli di scandali per arrivare al costume, oggi non ci stupisce più nulla. Scopriamo il ritorno alla seduzione coperta che arriva dalle passerelle 2010.
Siamo nel 1825 e Maria Carolina di Berry, moglie di Carlo Ferdinando di Borbone, va a fare un bagno in mare con un abito di lana pesante, calze e scarpe di vernice. Viene giudicata scandalosa perché le dame dell’epoca si facevano accompagnare in carrozza fin sul bagnasciuga per farsi appena lambire dall’acqua marina. Eppure resterà la prima donna bagnante della storia. Ci vorranno anni e anni di “audacie”, di vestiti in maglina che si accorciano fino a diventare un castigato ma seppur sgambato pezzo unico, fino a diventare un due pezzi casto che si farà in seguito contagiare dal bikini delle dive hollywoodiane e infine si arriverà alle estremità: cadranno i reggiseni (in Italia le condanne per le donne che prendevano il sole in topless cessano nel 1983) e si passerà dai tradizionali slip, al perizoma e al tanga esportati dalle spiagge di Rio de Janeiro. Nasce da qui la cultura del corpo abbronzato a tal punto che, angoli di paradiso occultati dal lussureggianti fronde, diventano i posti in cui i nudisti si rifugiano per prendere una tintarella integrale. E oggi, basta guardarsi attorno in spiaggia, per vedere che nulla è più uno scandalo. E allora, per evitare un’assuefazione dell’occhio, ci pensano gli stilisti ad architettare modelli di costumi da bagno estrosi e con evidenti riprese dalla moda storica. La spiaggia diventa un palcoscenico su cui esibire freschezza e femminilità: per Blumarine i due pezzi raggiungono il perfetto equilibrio tra buon gusto e sensualità;nella collezione fanno capolino tenerissime culottes. La femminilità trionfa anche nei colori pastello, nelle tonalità mare o tramonto che si sfumano in un tono su tono per questi due pezzi discreti. Succinti al punto giusto i bikini di Calzedonia che attirano l’attenzione con il contrasto bicolore o fantasie geometriche, incanalando forme generose in fasce drappeggiate sostenute da un esiguo laccetto appeso al collo. Sembrano quasi minimali vestiti da sera i costumi interi della collezione La Perla Beachwear: dal lilla argento, al turchese, al blu oceano profondo passando per i colori rubati ad una penna di pavone e per finire nel seducente nero. Drappeggi verticali coprono il seno che si lascia intravedere altrimenti da profonde scollature fermate da un gioco metallico di brillanti o paillettes. In tessuti alternativi sono i bikini e i trikini della linea Miss Bikini: nel complesso le fantasie e gli intrichi di tonalità rimandano ai periodi dei figli dei fiori,alcuni declinano in sfumature animalier mentre il reggiseno con laccio largo da annodare dietro al collo si vede le coppe ricoperte di pietre o da applicazioni floreali, o ancora, la scollatura tonda, sostenuta da un listello che si allarga verso lo slip in lurex del trikini, accoglie il seno in un ventaglio di pietre allineate in degradè. Frankie Morello ripristina attraverso i suoi costumi quel fascino un po’ pin-up: mutandine sgambate e reggiseni senza spalline che culminano sul seno con un nodo, come un fazzoletto annodato al momento, riconfermando il ritorno al passato grazie ai pois. E’ una donna che vuol sedurre coprendo, quella a cui si ispira Marc Jacobs per la sua linea di costumi Marc: un tessuto scozzese ripreso da un abito, una fascia con tasche e bottoni e un gonnellino strategico da applicare sullo slip. D’altronde il vedo non vedo ha sempre riscosso molto successo.