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sindrome del lavoro precario

Sidney, riconosciuta sindrome del lavoro precario

Sidney – Tachicardia, gastrite, colite, dermatite, insonnia e persino attacchi di panico e angoscia dovuta a senso di inadeguatezza. Se soffrite di alcuni di questi disturbi e non riuscite a rintracciarne la causa, forse siete affetti dalla sindrome del lavoro precario. Una ricerca australiana condotta dall’università della capitale, ha dimostrato la correlazione esistente tra l’aumento di questi disturbi nella popolazione giovanile e la crisi finanziaria a cui stiamo assistendo negli ultimi anni. Per gettare uno sguardo sulla situazione italiana, l’Ordine degli Psicologi della Lombardia ha riscontrato che ben 37mila persone soffrono di questa sindrome nella regione Settentrionale. I più a rischio sono i giovani laureati che si ritrovano a dover fare i conti con una realtà deludente. La laurea infatti non è più garanzia di un futuro migliore e di una professione gratificante; l’assenza di un lavoro stabile  sgretola la possibilità di poter pianificare il proprio futuro. Secondo dati Ocse nel 2014 il 53% dei lavoratori è un precario. Accontentarsi di quello che offre il mercato, passare da un lavoro all’altro, svolgere una professione diversa da quella per cui si è studiato: ecco le principali situazioni che fanno insorgere i disturbi. Da sintomi fisici che insorgono come valvola di sfogo dello stress alla depressione il passo è breve: un ricerca cinese infatti ha riscontrato l’aumento vertiginoso di soggetti colpiti da depressione proprio in concomitanza della crisi economica. Il male oscuro avrebbe colpito in misura maggiore le persone con un reddito alto e medio- basso. Il 20,3% dei depressi invece lo era a causa della perdita del lavoro.

Il segreto è reagire. Vivere passivamente un frangente storico ed economico come quello odierno, non è la strategia migliore, soprattutto se porta ad ammalarsi. Per reagire occorre imparare a pensare in un modo diverso: essere positivi, cogliere le opportunità quando si presentano, conoscere i propri punti di forza professionali da valorizzare. Non disperdere energie preziose ad invidiare chi, nonostante la crisi economica, è riuscito ad affermarsi professionalmente. Godersi  i momenti di svago e la compagnia di amici e familiari senza assillarli ossessivamente con l’assenza o la precarietà di un impiego. Praticare tecniche di rilassamento per scacciare l’ansia e dormire bene. Qualora i sintomi sussistano, sarà bene rivolgersi ad uno specialista. Tuttavia è sempre bene ricordare che, chi l’ha dura la vince.

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